domenica 23 agosto 2009

Parliamo di aborto?




Ieri ho ricevuto a firma Paola il seguente interessante commento

Finalmente una bella idea, parlare al femminile per farci capire da tutti. E' utile porre problemi specifici e su questi aprire un dibattito.In questi ultimi tempi è riaffiorato il tema dell'aborto, ne ha fatto cenno maldestro La piazza mamertina, quando parlando dell'aborto lo ha definito roba da macelleria. Siamo tornati al tempo delle crociate”.

Non ho pubblicato immediatamente il commento di Paola poichè, per l’importanza dell’argomento , ritengo doverosa una sua trattazione esclusiva.

Premetto di non conoscere come La piazza mamertina si sia espressa in proposito ,ma rispettando senza riserve l’opinione altrui lascio a Paola ogni giudizio , pur convinta che quando il feto è ancora vivo è veramente" roba da macelleria " procedere dopo la pratica abortiva alla sua uccisione.
E, credimi Paola ,i medici che praticano l’aborto hanno raccontato e raccontano storie strazianti di feti, completamente formati, ancora vivi ,ma necessariamente da eliminare fuori dall’utero materno!

Personalmente ritengo che l’aborto sia sempre un evento negativo.

La mia formazione cristiana mi impedisce di considerarlo diversamente: ricorrendo ad esso la donna rifiuta il “grande ruolo” di partecipare alla creazione e compie un omicidio.

La stessa formazione mi impedisce però anche di giudicare le donne che ricorrono ad esso.

Sono, infatti, fermamente convinta che la scelta di sottoporsi ad esso è sempre difficile e che è comunque accompagnata da una profonda sofferenza anche nella donna più cinica poiché costituisce un atto contro natura difficile da dimenticare: l’uccisione da parte della madre del proprio figlio .
Sono altresì convinta che le scelte accompagnate da sofferenza non possono
subire il giudizio umano, ed è ipocrita per qualsiasi donna ergersi a giudice di fronte ad esse!

Considerato che l'aborto venne praticato fin dalla notte dei tempi con metodi pericolosi, la sua regolamentazione legislativa , anche se rivelatasi sostanzialmente ipocrita, ha trovato giustificazione nella necessità di tutelare la salute della donna e per sottrarla a gente di pochi scrupoli che la aiutavano ad abortire esclusivamente per fini di lucro.
Al fine di impedire la morte di un bimbo indesiderato , sarebbe però auspicabile una assistenza sociale pubblica più seria finalizzata ad accompagnare la donna fino al parto e alla successiva adozione del bambino da parte delle oggi per fortuna numerose famiglie pronte ad accoglierlo in adozione.
Questa è la mia personale opinione che mi riporta alla mente la dedica apposta da Oriana Fallaci al proprio libro " Lettera a un bambino mai nato"
A chi non teme il dubbio
a chi si chiede i perché
senza stancarsi e a costo
di soffrire di morire
A chi si pone il dilemma
di dare la vita o negarla
questo libro è dedicato
da una donna
per tutte le donne"
Carmela Frisina-Gruppo redattori

32 commenti:

Paola ha detto...

Io penso che la pratica abortiva sia un rimedia peggio di qulunque altro male. Ma ij Italia abbiamo una legge che civilmente aiuta le donne ad abortire nella legalità e nella sicurezza sanitaria. E' assurdo che persone civili definiscano un centro per l'aborto legale come lo hanno definito. Questo non è civiltà. Sicuramente quelle persone non hanno mai avuto problemi, come li può avere quella disperata persona che decide di farlo e che il nostro Stato civile consente di farlo nella necessaria sede di sicurezza.

Anonimo ha detto...

Paola dice cose sensate, la definizione di macelleria è veramente oscunrantista. Io penso che gli amici dell'altro blog dovrebbero aprire un dibattito parallelo sull'argomento, vista la responsabilità ch il blog si è assunto censurando con un sostantivo pesante una pratica legale e frutto di una conquista civile.
parlo da uomo che cerca di capire il dramma psicologico di una madre che decide di abortire.

Anonimo ha detto...

Visito per la prima volta il vostro spazio e lo trovo ordinato ma un po troppo serio. Sono contro l'aborto in ogni caso.

Anonimo ha detto...

Sono una donna moderna eppure per me l'abroto è una cosa triste. La legge è giusta per aiuta le persone co lo vogliona fare, ciò è giusto.
Il lavoro che volete fare è buono, vi augruro che l'iniativa serve a coprire il vuoto politico che si è creato in Oppido.

pina ha detto...

Qualche volta le donne hanno problemi così grandi che sono disposti anche ad abortire, ma molte altre non hanno alternative. Trovo la legge giusta e civile e i pregiudizi dei cattoli molto superficilai.

una donna democratica ha detto...

Ai redattori, visto che il blog ha voluto aprire l'argomento, peraltro così attuale considerato la natura politica del Governo e la sua tendenza involutiva, chiede un maggior interesse a stimolare il dibattito, invitando direttamente gli amici ad intervenire. Qualche anno fa il giornalista Ferrara, ex comunista ,ex socialista craxiano, ex forzista etc., in un impetito di sentimenti materni e possessivi, ha scoperto che l'aborto è materia impraticabile dal genere umano, perchà ne violenta la parte divina della sua natura, impedendo la vita. Ebbene questa ventata di purismo non era una sua invenzione , ma un riflesso di una nuova chiesa che si va rilevando intollerante e che cerca di coprire spazi non suoi difronte a tanta caduta di stile della politica italiana. La legge 194/78 non è un viatico etico.sociale , ma uno strumento, tal'è l'ordinamento giuridico, per regolare la vita del collettivo e tutelare i diritti della persona e, dunque, non va trattato, amio parere , tanto quell'espetto, quanto quello più sensibile della sfera dei diritti da tutelare rispetto alle suggestione di una morale trascendente come quella dettata ex cattedra da scranni di gerarchie confessionali, e pertanto data come universale immodificabile. Di questo si tratta. Si tratta , in pratica, di vedere l'uomanità solo nella dimensione ultramondana, non tenendo conto delle situazione drammatiche in cui tante donne si sono trovate prima dell'adozione della legge che peraltro non a cuor leggere previve l'interruzione della gravidanza. Una donna è disposta a morire per dare la vita al proprio figlio, ma vi sono situazioni e fattispecie che non possiamo giudicare se non dopo averle constatate.

Lo Squalo ha detto...

Gentilissimi Promotori di Oppido Nostra,
venendo a leggere su "Blogoppido" un interessante intervento di un certo intellettuale Placido De Pace, condividendo i contenuti e considerando che siano spunti di riflessione incollo sul vostro spazio commenti il suo intervento :
" Ho letto l'intervento "Parliamo d'Aborto ?" a cura di Carmela Frisina , e la impressione immediata è stata l'incompletezza degli argomenti trattati con incompetenza e in assenza di scienza.
Ho, perciò, sentito il bisogno di capire, chiedendo notizie biografiche della redattrice del blog.
Ebbene, una concreta sofferenza si è impossessata della mia coscienza nello scoprire che l'autrice dell'intervento è un avvocato stimato nel piccolo borgo paesano.
Mi chiedo : se il livello culturale del professionista oppidese è attestato da un intervento scontato, retorico, ricco di luoghi comuni e di citazioni che hanno lo scopo di ostentare conoscenze palesemente inesistenti , è doveroso intervenire auspicando una effettiva crescita culturale e rivolgendo un sentito appello agli intellettuali veri che, nell'accingersi ad una qualsiasi discussione , sentono il dovere intellettuale di studiare per poter porgere argomenti di discussione che esprimono un sapere maturo.
L'intervento "Parliamo d'aborto ? " nella sua inconsistenza culturale , semplicità espositiva e pochezza di contenuti risulta essere , esso stesso, un aborto."

Un Promotore ha detto...

Per Squalo e per coloro che intendono distruggere

Grazie per il commento e per il contributo
altamente culturale
Avv. Carmela Frisina

GRUPPO REDATTORI ha detto...

L’esternazione dell’omonimo, riproposta da terzo su Oppido Nostra da altro spazio mi ha stupito ed impressionato per il contenuto immotivato, al limite della gratuita ingiuria ( l’autore dovrebbe adeguatamente riparare ) : l’ardore politico, se di questa impulso si tratta, non può dettare sproloqui fuori luogo. Il ripropositore, se ha buona volontà, può intervenire sull’argomento “ Aborto “, sarebbe , questo, gradito. Noi continueremo nel nostro impegno, che, come si vedrà, avrà un seguito importante, di costruire un’organizzazione politica e culturale , senza avere la pretesa di ricevere note di merito, e solo di aspettare il giudizio di tutti: organizzazione che ci siamo premurati di rendere aperta ai democratici Oppidesi ed anche nel territorio.
Ringrazio personalmente Un Gestore dello spazio La Piazza Mamertina, per la solidarietà manifestata a noi ed esprimo il mio compiacimento, del tutto personale, per la signorilità, il buon gusto e la saggezza con cui governa, assieme ad altri, lo spazio, appena visitato per leggere le sue considerazioni sull’accaduto, che ho ritrovato sobrio, interessante nei pezzi introduttivi, divertente ed animato. Mi permetterò, se sarà gradito e naturalmente firmando, di intervenire su argomenti che susciteranno il mio interesse, come chiedo di fare a lui, se lo interesserà, su nostri argomenti, firmando con la sua autorevole, anche se anonima firma, Un Gestore di P.M.
Antonio frisina
Tel 0966/86042

GRUPPO REDATTORI ha detto...

L’aborto, come il divorzio, lo statuto dei lavoratori etc, è da considerare una conquista della nostra civiltà giuridica. C’è tanto ancora da fare per colmare il deficit normativo e garantire ad ogni segmento della società italiana un diritto correlato a specifiche condizioni e ad ogni incidente esistenziale penalizzante. Non sono sufficienti le leggi vigenti per garantire diritti storicamente consolidati ed è necessario creare nuove riserve giuridiche , utili ad attrarre nel perimetro della legalità pratiche e rapporti minoritari, con ciò rendendo sempre più compiuta ed inclusivista la nostra democrazia. L’aborto, considerato il dato delle frequenze, è da considerare marginale rispetto alle problematiche della maternità. L’adozione della legislazione ha salvato tante vite umane e sottratto tante donne a pratiche abusive e pericolose. La legge può essere migliorata con l’aiuto della conoscenza scientifica e medica che segna continui progressi.
Per dare spunti alla riflessione riportiamo alcuni articoli della legge 194/78 :

Art 1 – Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite, Lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.



Art. 4 – Per l’interruzione volontaria della gravidanza entro i primi 90 giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione al suo stato di salute o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico, ai sensi dell’art. 2 , lettera a , della legge 29/7/1975 n. 405, o a una struttura socio-sanitaria a ciò abilitata dalla regione o a un medico di sua fiducia.

Un Promotore ha detto...

Ringrazio i gestori del blog La Piazza mamertina per la solidarietà oggi manifestata nonchè gli aderenti al Movimento Arcobaleno che hanno manifestato il loro disappunto per il commento gratuito al mio thread , che aveva ed ha l'esclusivo scopo di manifestare un'idea assolutamente personale sulla sofferenza di chi è costretto a ricorrere alla pratica abortiva.
Agli amici del Movimento Arcobaleno manifesto tutta la mia solidarietà per gli attacchi anche da loro oggi subiti e auguro al Movimento " lunga vita" e grandi successi politici.
Per quanto mi riguarda continuerò a parlare con semplicità alla gente per coinvolgerla nell'attività del costituendo movimento Oppido Nostra , la cui caratteristica peculiare è la novità e l'assoluta indipendenza rispetto ai movimenti o gruppi politici già esistenti , con i quali intende collaborare nell'esclusivo interesse della comunità oppidese.
Carmela Frisina

una cattolica tollerante ha detto...

Molte donne sanno, specialmente quelle cattoliche, che la solidarietà è anche tollerare gli altri e capire i loro problemi.
Io dico che la legge è giusta, ma che va migliorata con maggiori sforzi finanziari per difendere quanto più possibile la vita di una creatura a cui non può essere chiesto se vuole nascere o no.

paola ha detto...

E' vero, non abbiamo il diritto di fermare la formazione della vita. Ma nel caso di malformazioni genetiche che rendono la vita semplicemente vegetativa non ti verrebbe un dubbio. Mi viene di pensare al caso di Eluana Englaro e di Welby.

GRUPPO REDATTORI ha detto...

Lunga discussione votazione (4-1) nell'agenzia del farmaco
Potrà essere utilizzata solo in ambito ospedaliero ed entro la settima settimana
Ru486, via libera dall'Aifa
La pillola abortiva in Italia


ROMA - Via libera a maggioranza dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla pillola abortiva Ru 486. Il Consiglio di amministrazione dell'Aifa ha infatti approvato l'immissione in commercio del farmaco in Italia. La pillola è già commercializzata in vari paesi.

La votazione si è risolta con un risultato di quattro contro uno a favore della vendita. L'ok è venuto dal presidente del Cda dell'Agenzia Italiana del Farmaco, Sergio Pecorelli, e dai consiglieri Giovanni Bissoni, Claudio De Vincenti e Gloria Saccani Jotti. Ad esprimersi negativamente è stato invece Romano Colozzi, assessore alle Risorse e Finanze della Regione Lombardia.

La Ru486 potrà essere utilizzata in Italia solo in ambito ospedaliero, così come la legge 194 prevede per le interruzioni volontarie di gravidanza. Lo ha spiegato al termine della lunga riunione, Giovanni Bissoni, assessore alla Sanità dell'Emilia Romagna e componente del Cda.

Nelle disposizioni, ha aggiunto Bissoni, c'è un "richiamo al massimo rispetto della legge 194 e all'utilizzo in ambito ospedaliero. Dopo una lunga istruttoria è stato raccomandato di utilizzare il farmaco - ha aggiunto - entro il quarantanovesimo giorno, cioè entro la settima settimana". Entro questo termine, infatti, le eventuali complicanze sono sovrapponibili a quelle dell'aborto chirurgico.

Le prime reazioni corrispondono alle posizioni degli schieramenti da tempo in campo. L'Aied (Associazione italiana per l'educazione demografica) plaude la decisione del Cda dell'Aifa: "Ci si allinea con i paesi europei, recuperando un ritardo che ha penalizzato le donne italiane".

Durissimo, dall'altra parte, il senatore dell'Udc, Luca Volonté: "Con la commercializzazione della
pillola assassina trionfa la cultura della morte. E non è sicura: ricorrendo all'aborto chimico, donne e ragazze italiane che vogliono evitare una gravidanza indesiderata non faranno altro che uccidere di sicuro una vita umana mettendo in pericolo anche la propria. Mentre i decessi per l'assunzione della 'kill pill' sono accertate, le proprietà del farmaco restano ancora avvolte nel mistero. La mancata pubblicazione del dossier da parte della Exelgyn è un occultamento della verità scientifica che aggrava la totale mancanza di trasparenza nell'operazione messa a segno oggi".



(30 luglio 2009) Tutti gli articoli di cronaca

Un Promotore ha detto...

Per errore tecnico sono andati persi gli ultimi due commenti, Preghiamo i visitatori di ripeterli. grazie

Un Promotore ha detto...

AVVISI DI REDAZIONE

PREGHIAMO IL DR LANDO DI RIPOSIZIONARE IL SUO COMMENTO, ANDATO PERSO PER ERRORE TECNICO.

una donna ha detto...

La presa di posizione della Ministra delle pari opportunità, Mara Carfagna, sulla pillola RU486 fa emergere la cultura della nuova destra italiana chiusa alle reali necessità dei cittadini. La pillola non rende più facile l’aborto, ma meno traumatico per le donne. Non è affatto in contrasto con la Legge 194, perché è una tecnica che migliora la sua applicazione.

Un Promotore ha detto...

NR
ANSA) - CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO), 27 AGO - Mara Carfagna teme che la pillola abortiva Ru486 'possa diventare un metodo anticoncezionale post rapporto'. 'Cosi' si svuota il senso della vita umana', ha detto il ministro delle Pari Opportunita' a un dibattito di 'CortinaIncontra'. 'Anziche' diminuire il numero degli aborti - ha aggiunto - rischia di aumentarli. Invece bisogna sostenere le donne a portare avanti una gravidanza difficile'

una donna ha detto...

La pillola Ru486 , usata nell'ambito della legge 194, e dunque con i preliminari dell'assistenza e l'aiuto del consultorio, è un metodo alternativo a quello chirurgico più complesso e più invasivo per la salute della donna. Credo che arrossirà anche la chiesa difronte alla presa di posizione della Carfagna.

Nino Greco ha detto...

E' talmente delicato accostarsi al dibattito riferito all'aborto che trovo sempre azzardata qualsiasi considerazione. Il tema non concede leggerezza ne approssimazione nel prendere approssimazione ed esternare punti di vista. Personalmente, e da uomo, credo sia molto difficile, anzi impossibile, cercare di cogliere i drammi e le sensazioni di una donna che si accinge a vivere la pratica abortiva. Le leggi che regolano la materia devono, come uno stato civile impone,dare respiro alle coscienze, specialmente a quelle delle donne. E poi, credo sia opportuno partire da una considerazione:la maternità è un evento naturale. L'aborto è un'eccezione e come tale deve essere regolamentato con l'obiettivo di preservare la salute fisica e psicologica della donna, evitando il più possibile pratiche invasive.
Non saranno mai i DOGMI la soluzione di questa delicata questione, ne le prese di posizione di un ministro (donna tra l'altro)la quale asserisce con disarmante leggerezza, che l'uso della pillola RU486 potrebbe divenire un contraccettivo di uso ordinario.(Disgustoso).
Fossi donna mi indignerei più di quanto lo sono già.
Nino Greco

Un Promotore ha detto...

....e,allora, piuttosto che fare ipocrite esternalizzazioni attaverso i suoi ministri, non sarebbe più opportuno che lo Stato intervenisse più concretamente a difesa della vita, aiutando preventivamente la donna che si vede costretta ad abortire?
Inoltre, la volontà del padre merita tutela?
Dal mio modesto punto di vista le due domande sono esclusivamente retoriche;mi sento però di porgerle per offrire ulteriori spunti di discussione e per tentare assieme ai lettori di questo blog - nel nostro piccolo - di individuare gli interventi necessari per risolvere il " problema" aborto e la sua drammaticità.
Carmela Frisina

una donna ha detto...

Un commento all’art. 1 della Legge 194/78

La nostra Costituzione affida ad un dettato generico , inafferrabile sul piano della applicabilità , il diritto alla salute, statuendo , all’articolo 32, l’obbligo della Repubblica di proteggere, con adeguati strumenti, la salute stessa come diritto dell’individuo. Stabilisce ancora che il trattamento terapeutico deve essere accettato dal cittadino, salvo imposizione di legge, che non può mai oltrepassare i limiti di rispetto della persona umana.
L’art. 1 della 194/78 si ispira a questo principio ed affida ad un dettato , nel caso di specie, che esalta la libertà e la dignità della persona , quando si preoccupa della procreazione cosciente e responsabile; ma anche quando riconosce il valore sociale della maternità, vale a dire, come si evince dagli atti del dibattito parlamentare, riconoscere alla maternità una funzione sociale che aggiunge ad un diritto privato un valenza giuridica più solenne.
Chiarisce, e non è pleonastico, che l’interruzione della gravidanza “ volontaria” ( vedi vincolo di natura costituzionale ) non è un mezzo per il controllo delle nascite ; da qui le sanzioni pesanti previste per la violazione della legge.
La legge può anche essere migliorata , e ciò è fuori discussione. Ma bisogna seguire i progressi della scienza per rendere meno doloroso l’aborto e ciò può essere realizzato con la tecnica della pillola RU486. Perché la destra è così crudele da non voler capire che la pillola non ha controindicazione, che viene usata in tutto il mondo civile, che nei quarantanove giorni non produce effetti collaterali e che è molto meno invasiva , come pratica abortiva , per la salute fisica e psichica della donna !
La posizione della Ministra farà arrossire anche la chiesa.
Vi prego di pubblicare questo interevento che sto inserendo per la seconda volta. Dovete accettare ogni commento, salvo le offese personali, s’intende.

una donna ha detto...

Vi ringrazio per avermi consentito a mantenere l'anomimato.Il nostro codice penale, art. 575, definisce implicitamente omicida chi cagione la morte ad una persona. Definisce ingiuria, art. 594, l’offesa dell’onore e del decoro di una persona.

L’interruzione volontaria della gravidanza, in quanto consentita e tutelata dalla legge , non può essere definita omicidio, né omicide , per conseguenza, possono essere definite tutte le donne che hanno praticato e che praticano l’aborto.

Nessuno può impedire a ciascuno di noi di considerarlo tale, senza, però, che ciò procuri nocumento ad un nostro simile e purché la considerazione non venga compresa in un periodo con cui si vuole narrare un fenomeno che, nell’ordinamento giuridico, abbia sede di materia.

Tanto meno una così pesante definizione, senz’altro frutto di un legittimo giudizio morale privato o religioso, può essere posta alla base di un confronto che tenga conto dell’etica giuridica corrente, già maturata , per la fattispecie, con l’adozione di un Istituto, com’è conformata la Legge 194/78.

E dunque, come impropria e viscerale è stata la definizione di “Macelleria” di un servizio per l’interruzione legale della gravidanza, altrettanto improprio è descrivere la pratica abortiva come omicidio.

Altro punto alquanto incongruente è il richiamo alla tutela dei diritti del padre. Ma qui è la Costituzione che, già alla redice, non lascerebbe il benché minimo spazio ad una così ingrata rivendica. L’Art, 12 della L. 194 rende concreto il dettato costituzionale pregnante nell’art. 32, quando stabilisce che la richiesta di interruzione della gravidanza deve esser fatta personalmente dalla donna.

Seguo l’argomento con serena obiettività , ma non mancherò di dare un contributo più diretto, nella speranza che la cultura di questo spazio non degeneri in luoghi comuni e sia laica e progressista.

Non condivido il giudizio espresso dal dr. Frisina sulla correttezza della gestione dell’altro blog.

Un Promotore ha detto...

Ringraziamo "Una donna", autrice del qualficato ultimo intervento, per il contributo dato e per quanto altro vorrà fare.Voglio precisare che esprimere un giudizio morale su un argomento sensibile come l'IVG è quasi un dovere, un coraggioso dovere, senza, magari, parlare di sopra le righe. Confermo il mio personale giudizio sulla gestione di Piazza mamertina, che ha lanciato un nuovo argomento proprio oggi, dimostando un sincero impegno civile.

VOGLIO PREANNUNCIARE CHE IL GRUPPO DEI REDATTORI DI OPPIDO NOSTRA STA PREPARANDO ALCUNI QUESiTI DA PORRE PUBBLICAMENTE AI DUE SINDACI, USCENTE ED ENTRANTE, SUL TEMA OSPEDALE.

La discussione sull'IVG ( interruzione volontaria della gravidanza) a mio parere deve continuare sino al massimo approfondimento, tenuto conto di quanto si agita nel mondo conservatore italiano ( governo leghista e Berlusconiano ) intorno a questa importante conquista. E' utile seguire lo scontro istituzionale tra il Presidente del Senato, Schifani, che ha espresso parere favorevole ad una revisione in peius, e il Presidente della Camera Fini.

RIPORTIAMO UN DOCUMENTO ELABORATO DA UN'AORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DI SCIENZA E VITA.


Lo statuto morale dell'embrione
La questione principale nella discussione dell'aborto porta sullo statuto morale dell'embrione. L'embrione è un "uomo" con diritti paragonabili a quelli di una persona già nata? Per difendere questo punto di vista, gli antiabortisti si riferiscono alla presenza, subito dopo la fecondazione, di tutto il patrimonio ereditario.
La nostra convinzione è :
 L'essenza dell'uomo non si riduce al suo patrimonio genetico.
 La vita embrionale ha un valore morale crescente in funzione dello stadio di sviluppo fetale, però questo valore non sarà mai uguale alla vita della persona alla sua nascita.
 L'embrione non è una "vita indipendente". Può svilupparsi solo dentro e mediante il corpo della donna, in un rapporto di simbiosi molto particolare.
 La nascita rappresenta una cesura decisiva, un "cambiamento fondamentale dei mondi" (Hans Saner, filosofo, 1995).
"Un feto non è né una cosa, né un tessuto - non può nondimeno essere assimilato a un essere umano dopo la sua nascita" (PD Dr. Alberto Bondolfi, teologo, in "Walliser Bote", 29.03.96).
"L'embrione non è quello che potrebbe diventare".
(Hans Saner, 1995).
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Vi preghiamo di aiutarci ad approfondire,mentre ci scusiamo se, per errore,qualche commento viene eliminato.

Un Promotore ha detto...

firmato
antonio frisina - gruppo redattori

Anonimo ha detto...

Prima di arrivare all'aborto si deve passare dal consultorio familiaere che segue e consiglia e assiste. Mi pare di capire questo. Lo farà anche con il metodo della pillola RU ?

un giovane donna

Anonimo ha detto...

IL movimento Oppido nostra...
i tri da chiazza : Mela,Pinuzzu e Totazzu

Anonimo ha detto...

All'avv. Carmela Frisina,
ho apprezzato la sua schiettezza e la sua determinata sincerità nel trattare l'aborto.
Tuttavia io resto convinta della necessità della legge che garantisce la salute delle donne. Vorrei saper di più sul consultorio.

Una donna di casa

Anonimo ha detto...

Vorrei sare se il consultorio funziona solo a Polistena, come al solito.

Donnacattolica ha detto...

L'interruzione volontaria ella gravidanza sta riaffiorando, come problema etico, nell'ambiente berlusconiano. Non credo si possa trattare di un risveglio di una morale sopita; credo , invece, che si tratti di un tentativo di ingraziarsi il mondo cattolico, oramai adulto come lo definì il Presidente Pordi e capace di distnguere la speculazione politica dal sincero impegno. Diciamo, intanto, che la chiesa già ammette un forma di aborto, quello indiretto, causati da terapie necessarie per la salvezza della vita di una gestante.

Un Promotore ha detto...

Vogliamo parlare dei consultori della zona per comprendere come svolgono la funzione loro attribuita dalla legge che regola l'interruzione volontaria della gravidanza e se da essi la donna che intende ricorrerre all'aborto ha realmente la dovuta assistenza?
Riporto di seguito il testo degli articoli della legge n. 194 del 1978 invitando le lettrici a condividere con noi la loro esperienza, ovviamente nell'anonimato considerata la delicatezza dell'argomento.
Premetto che questo intervento è fatto senza pregiudizio alcuno e nella consapevolezza delle alte qualità professionali di tutti gli operatori dei consultori.
Ritengo comunque che la denuncia pubblica di eventuali disfunzioni possa contribuire al miglioramento dei servizi .
Art.4 della L.n.194/1978 :“la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico, istituito ai sensi dell’art. 2, lettera a) della legge 29 luglio 1975, n. 4 e 5, o a una struttura socio sanitaria a ciò abilitata dalla regione o a un medico di sua fiducia” .
Art.5 " Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto".
Carmela Frisina- Gruppo redattori

Anonimo ha detto...

Si sta dando un notevole ed appronfondito contributo a far conoscere l'IDV e la legge che la regola.
Grazie a Voi